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๐—ฆ๐—–๐—›๐—œ๐—ญ๐—ข๐—™๐—ฅ๐—˜๐—ก๐—œ๐—” ๐—˜ ๐——๐—œ๐—ฆ๐—ง๐—จ๐—ฅ๐—•๐—œ ๐—ฃ๐—ฆ๐—œ๐—–๐—ข๐—ง๐—œ๐—–๐—œ

  • Immagine del redattore: Emilio Mordini
    Emilio Mordini
  • 3 apr
  • Tempo di lettura: 7 min

๐—•๐—ฟ๐—ฒ๐˜ƒ๐—ฒ ๐—–๐—ผ๐—ฟ๐˜€๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—œ๐—ด๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐—ฒ ๐— ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—น๐—ฒ โ€“ ๐—Ÿ๐—ฒ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ป. ๐Ÿต

๐—ฆ๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐˜‡๐—ผ๐—ณ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฏ๐—ถ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ, ๐—ป๐—ฒ๐—น ๐˜€๐—ฒ๐—ป๐˜€๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐˜‚๐—ป๐—ฒ, ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜€๐—ถ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ฒ ๐˜€๐—ถ๐—ป๐—ผ๐—ป๐—ถ๐—บ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ณ๐—ผ๐—น๐—น๐—ถ๐—ฎ: ๐˜€๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐˜‡๐—ผ๐—ณ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐—ฒ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ, ๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ป๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—น๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ, ๐—ถ โ€œ๐—บ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ถโ€ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ผ๐—ป๐—ผ๐—บ๐—ฎ๐˜€๐—ถ๐—ฎ. Si tratta di un gruppo eterogeneo di disturbi, tra i piรน gravi che possono affliggere la mente, tutti caratterizzati da una โ€œperdita di contattoโ€ - piรน o meno vasta e significativa - con la realtร . Da questa โ€œperdita di contattoโ€ discendono, poi, tutta una serie di sintomi come comportamenti bizzarri, credenze assurde, angosce e depressioni profonde, stati di sovreccitamento e fantasie di potenza, paure persecutorie, esplosioni di aggressivitร  e, infine, anche stati di progressiva โ€œcancellazioneโ€ del pensiero che possono portare a una condizione detta โ€œcatatoniaโ€, in cui il malato sembra essere diventato incapace di comunicare e persino di pensare. In questo quadro, si inseriscono spesso, anche se non necessariamente, delle dis-percezioni, quelle che comunemente si chiamano allucinazioni, cioรจ sensazioni percettive che non corrispondono a (o distorcono) eventi o oggetti presenti.

๐—ค๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐˜€๐—ผ๐—บ๐—บ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐˜€๐—ฐ๐—ฟ๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฝ๐—ผ๐˜๐—ฟ๐—ฒ๐—ฏ๐—ฏ๐—ฒ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ฎ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—น๐—ฎ๐˜€๐—ฐ๐—ถ๐—ฎ๐˜€๐˜€๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜๐—ผ ๐˜‚๐—ป ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ฏ๐—น๐—ฒ๐—บ๐—ฎ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ๐˜๐—ถ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—บ๐—ผ, ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ ๐—นโ€™๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ณ๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐˜‡๐—ผ๐—ณ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฏ๐—ถ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ถ: che cosโ€™รจ la โ€œrealtร โ€? Tutti noi tendiamo a pensare che la realtร  sia qualcosa di dato e di oggettivo, che percepiamo e quindi riproduciamo dentro di noi con il pensiero. Niente di piรน falso. La mente non รจ uno specchio che riflette il mondo โ€œesternoโ€ qual esso รจ; si tratta, invece, di un sistema complessissimo di comunicazione attraverso il quale noi scambiamo in continuazione unโ€™infinitร  di messaggi con lโ€™ambiente inanimato, animato e umano che ci circonda. Questi messaggi originano molto semplicemente dalle proprietร  fisiche degli oggetti attorno a noi. Possono essere messaggi emessi consapevolmente, con lโ€™intento di comunicare, oppure no, ma, in entrambi i casi, necessitano di essere letti (interpretati) da chi li riceve: un messaggio ha per definizione un significato da decifrare, ยซ๐˜˜๐˜ถ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฐ ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ถ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ข๐˜ญ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ, ๐˜ด๐˜ถ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ต๐˜ฆ: ๐˜๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ช๐˜ฐ๐˜จ๐˜จ๐˜ช๐˜ข, ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ชฬ€ ๐˜ข๐˜ค๐˜ค๐˜ข๐˜ฅ๐˜ฆ. ๐˜Œ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ง๐˜ง๐˜ช๐˜ข ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ค๐˜ค๐˜ฐ, ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ต๐˜ฆ: ๐˜Š๐˜ช ๐˜ด๐˜ข๐˜ณ๐˜ขฬ€ ๐˜ค๐˜ข๐˜ญ๐˜ฅ๐˜ฐ, ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ชฬ€ ๐˜ข๐˜ค๐˜ค๐˜ข๐˜ฅ๐˜ฆยป. (Luca 12,54-55).


๐—ก๐—ผ๐—ป ๐˜ƒ๐—ผ๐—ด๐—น๐—ถ๐—ผ, ๐—ผ๐—ฟ๐—ฎ, ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐—น๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐˜€๐—ถ ๐—ณ๐—ถ๐—น๐—ผ๐˜€๐—ผ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ถ, ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฃ๐—ถ๐—ฟ๐—ฟ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ž๐—ฎ๐—ป๐˜, ๐—ก๐—ถ๐—ฒ๐˜๐˜‡๐˜€๐—ฐ๐—ต๐—ฒ, ๐—ช๐—ถ๐˜๐˜๐—ด๐—ฒ๐—ป๐˜€๐˜๐—ฒ๐—ถ๐—ป ๐—ฒ ๐—บ๐—ผ๐—น๐˜๐—ถ ๐—ฎ๐—น๐˜๐—ฟ๐—ถ. Quello che mi interessa sottolineare รจ che โ€“ proprio perchรฉ la realtร  รจ lโ€™insieme delle interpretazioni che ciascuno di noi ne dร  โ€“ quando si dice che questi malati โ€œperdono contatto con la realtร โ€ non si intende che queste persone vedono o immaginano qualcosa che non esiste, ma si afferma che la loro interpretazione di quello che esiste (o, almeno, di parte dellโ€™esistente) รจ incongruente con la societร , lโ€™epoca e la cultura in cui vivono. Questa situazione รจ quella che viene comunemente chiamata โ€œdelirioโ€, un termine che origina dal latino e significa letteralmente โ€œuscire dal solcoโ€, โ€œabbandonare una linea che si stava seguendoโ€.

๐—œ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—ถ๐—ฟ๐—ถ, ๐—ถ๐—ป ๐—ฒ๐—ณ๐—ณ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ถ, ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐˜๐—ถ๐˜ƒ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ถ๐—น ๐˜€๐—ผ๐˜๐˜๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐˜๐—ฒ๐˜€๐˜€๐˜‚๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฟ๐—ฒ๐—ฎ๐—น๐˜๐—ฎฬ€ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ถ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ ๐˜€๐—ถ ๐—ฒฬ€ ๐—น๐—ฎ๐—ฐ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ผ. Si puรฒ, cioรจ, immaginare che i malati subiscano inizialmente una perdita della propria capacitร  di interpretare alcuni messaggi che lโ€™ambiente invia loro. Questo puรฒ avvenire per un insieme di cause e di concause che, come al solito, non affronto in queste mie brevi lezioni. Fatto sta che questi โ€œbuchi nella realtร โ€ creano situazioni di angoscia intollerabile, forse perchรฉ evocano il non senso, lโ€™assurdo dellโ€™esistenza umana sospesa tra โ€œ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ฏ๐˜ถ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข, ๐˜ฅ๐˜ข ๐˜ค๐˜ถ๐˜ช ๐˜ฆฬ€ ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข๐˜ต๐˜ต๐˜ข, ๐˜ฆ ๐˜ญ'๐˜ช๐˜ฏ๐˜ง๐˜ช๐˜ฏ๐˜ช๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ค๐˜ถ๐˜ช ๐˜ฆฬ€ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜จ๐˜ฉ๐˜ช๐˜ฐ๐˜ต๐˜ต๐˜ช๐˜ต๐˜ขโ€ (Pascal, Pensieri, n. 84). Il malato, quindi, cerca di rattoppare la tela come puรฒ e di ridare un senso alla realtร . Questi rattoppi sono i โ€œdeliriโ€, cioรจ interpretazioni del mondo che servono a tenerlo insieme, fornendogli un significato qualsisia.

๐—œ๐—น ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—ถ๐—ฟ๐—ถ๐—ผ, ๐—ฐ๐—ถ๐—ผ๐—ฒฬ€ ๐—นโ€™๐—ฒ๐—น๐—ฒ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐˜‡๐—ผ๐—ณ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฏ๐—ถ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ถ, ๐—ฒฬ€, ๐—พ๐˜‚๐—ถ๐—ป๐—ฑ๐—ถ, ๐˜‚๐—ป ๐˜๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐˜๐—ถ๐˜ƒ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฎ๐˜‚๐˜๐—ผ๐—ด๐˜‚๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ. Questo รจ il motivo per cui il malato ha cosรฌ difficoltร  ad abbandonarlo e la ragione per cui un medico saggio dovrebbe avere almeno altrettanta cautela nel cercare di liberarne il paziente. Intendiamoci, i deliri โ€“ anche i piรน strutturati โ€“ sono sempre rattoppi dโ€™emergenza, fatti alla bell'e meglio, utilizzando elementi tratti dal patrimonio delle narrazioni piรน semplici e accessibili nella cultura del gruppo sociale del malato. Questa รจ la ragione per cui i deliri sono raramente, se non mai, costruzioni originali e fantasiose ma tendono, invece, a ripetere gli stereotipi tipici di ogni cultura ed epoca. Ad esempio, nel mondo contadino, erano frequenti deliri di possessione diabolica; nella societร  industriale del Novecento, divennero comuni deliri basati su macchine influenzatrici; oggi, si incontrano spesso deliri costruiti sulla comunicazione digitale.


๐—–๐—ผ๐—บ๐—ฒ ๐—ฎ๐—น ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ถ๐˜๐—ผ, ๐—ผ๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฎ๐—ฟ๐—ผฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜€๐—ถ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ผ ๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ฎ๐—ป๐—ผ tornare utili a chi รจ coinvolto nelle situazioni che ho appena, sommariamente, descritto.


๐—ฃ๐—ฅ๐—œ๐— ๐—” ๐—ฅ๐—”๐—–๐—–๐—ข๐— ๐—”๐—ก๐——๐—”๐—ญ๐—œ๐—ข๐—ก๐—˜: per quanto sia controintuitivo e contrario a ciรฒ che le persone, e persino alcuni miei colleghi, credono, schizofrenia e disturbi psicotici sono tra i disturbi mentali piรน facili da curare e curabili con maggior successo. Lo sono, perรฒ, solo a patto che siano intercettati ai loro esordi, quasi nei minuti immediatamente successivi alla manifestazione dei primi sintomi. Quando si ha la fortuna di prendere in cura il malato in una fase cosรฌ precoce, allora รจ davvero possibile giungere a una guarigione completa e definitiva, proprio come quando in oncologia si trova una neoplasia ancora ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ด๐˜ช๐˜ต๐˜ถ.

๐—Ÿ๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐˜ƒ๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ๐—ถ๐˜‚๐˜๐—ฎ๐˜๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐˜‚๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ฒ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฟ๐—ฒ๐—ฎ๐—น๐˜๐—ฎฬ€, ๐˜€๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ฟ๐—ถ๐—ณ๐˜‚๐—ด๐—ถ๐—ฎ๐—ฟ๐˜€๐—ถ ๐—ป๐—ฒ๐—น ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—ถ๐—ฟ๐—ถ๐—ผ. Gli strumenti sono due e devono essere entrambi utilizzati con saggezza e prudenza. Innanzitutto, questi malati hanno bisogno di un intervento psicologico condotto da un terapeuta con unโ€™ottima formazione psicoanalitica, non certo perchรฉ in questi casi vada usata la tecnica psicoanalitica tradizionale. Al contrario, piรน lo psicoterapeuta si tiene lontano da interpretazioni, sogni, libere associazioni, ricordi dellโ€™infanzia e meglio รจ. Il paziente ha bisogno di essere accompagnato a percepire il qui e ora, la concretezza piรน banale dei fatti. Per far questo, il terapeuta deve essere, perรฒ, in grado di โ€œleggereโ€ lโ€™inconscio dei malati. Infatti, รจ necessario che comprenda bene quali temi non devono essere nemmeno sfiorati e quali, invece, si debbano affrontare, con la dovuta cautela, per โ€œdisinnescarliโ€.

๐—”๐—ป๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—นโ€™๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ณ๐—ฎ๐—ฟ๐—บ๐—ฎ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ด๐—ถ๐—ฐ๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐—น๐—ฒ: ๐—ฑ๐—ฒ๐˜ƒ๐—ฒ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ผ๐˜๐˜๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป ๐—ถ๐—น ๐—ณ๐—ฎ๐—ฟ๐—บ๐—ฎ๐—ฐ๐—ผ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐—ถ๐—ป๐—ฐ๐—ถ๐˜€๐—ถ๐˜ƒ๐—ผ ๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒ (tra quelli utilizzabili in un determinato paziente) al minimo dosaggio possibile, persino correndo il rischio di un iniziale sotto dosaggio. Questo per due ragioni: la prima รจ che, agli esordi della malattia, la sensibilitร  ai farmaci antipsicotici e delirio litici รจ spesso piรน alta di quanto lo sarร  in seguito; la seconda ragione รจ che bisogna evitare a ogni costo che il paziente si senta costretto in una camicia di forza chimica. รˆ una sensazione orrenda, che la persona non scorderร  piรน e che la porterร  in futuro a rifiutarsi di assumere psicofarmaci o ad assumerli sempre con grande riluttanza, interrompendoli appena ne avrร  lโ€™opportunitร , anche contro il parere di medici e familiari.


๐—ฆ๐—˜๐—–๐—ข๐—ก๐——๐—” ๐—ฅ๐—”๐—–๐—–๐—ข๐— ๐—”๐—ก๐——๐—”๐—ญ๐—œ๐—ข๐—ก๐—˜: purtroppo, รจ molto raro che un paziente sia intercettato agli esordi di un disturbo psicotico. Molto piรน spesso, la prima volta che giunge allโ€™osservazione di uno specialista, il malato ha giร  una storia clinica di crisi non riconosciute o non trattate efficacemente. Molti malati trascorrono anni, punteggiati da crisi improvvise e nottate al pronto soccorso, vagando tra servizi psichiatrici e centri di igiene mentale, senza mai trovare un singolo medico che li segua stabilmente. Si tratta di persone che sono condotte (consapevolmente o inconsapevolmente) a una condizione di disabilitร  e cronicitร  difficilmente reversibili. Cosa fare con questi pazienti? Personalmente ho sempre molta difficoltร  ad arrendermi alla malattia e, in alcuni casi, lโ€™ostinazione mi ha dato ragione.

๐—ง๐˜‚๐˜๐˜๐—ฎ๐˜ƒ๐—ถ๐—ฎ, ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฒ, ๐—ฏ๐—ถ๐˜€๐—ผ๐—ด๐—ป๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ถ ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐—ป๐—ผ ๐—ฎ๐—น๐—ฐ๐˜‚๐—ป๐—ฒ ๐—ฐ๐—ถ๐—ฟ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ฒ. รˆ necessario che le famiglie siano sinceramente e fortemente motivate, perchรฉ spesso โ€“ dopo anni di fatiche e sofferenze โ€“ sono gli stessi parenti che hanno fatto la scelta della cronicizzazione del loro congiunto. Questa scelta, poi, รจ quasi ovvia per la maggior parte dei servizi psichiatrici territoriali che, per unโ€™infinitร  di ragioni, si trasformano spesso in strutture socioassistenziali e dispensari di farmaci, abdicando a ogni funzione di cura. Infine, lo stesso malato, che si ritrova, magari, a usufruire di una serie di facilitazioni (pensioni di invaliditร , iscrizione a liste speciali per lavoratori disabili, etc.) finisce per accettare di buon grado la sua condizione e il suo stato di perenne, lieve, ottundimento mentale. In questi casi, ostinarsi a curare puรฒ davvero essere una forma di accanimento terapeutico.


๐—ง๐—˜๐—ฅ๐—ญ๐—” ๐—ฅ๐—”๐—–๐—–๐—ข๐— ๐—”๐—ก๐——๐—”๐—ญ๐—œ๐—ข๐—ก๐—˜: lโ€™ultima raccomandazione non riguarda direttamente la cura, ma una questione piรน generale alla quale, perรฒ, tengo molto e che credo sia di grande importanza anche per i malati. Intendo parlare della presunta creativitร , fantasia e genialitร  dei โ€œmattiโ€. Il discorso che ho fatto in questa lezione (la realtร  come interpretazione, la struttura dei deliri, etc.) si puรฒ, infatti, prestare a equivoci. Voglio, invece, che sia chiaro che non penso in nessun modo che chi รจ colpito da disturbi psicotici sia piรน โ€œsensibileโ€ di altri o che possegga particolari attitudini artistiche o doti creative o qualche altra forma di genialitร . La stravaganza del โ€œmattoโ€ non รจ nรฉ bella nรฉ originale, la sua bizzarria sempre รจ triste, stereotipata e ripetitiva. Se qualche grande artista ha sofferto nel corso della sua vita di un disturbo psicotico non รจ per via di quel disturbo che รจ diventato grande, casomai nonostante. Coloro che sostengono il contrario e immaginano che i colori di Van Gogh o i versi di Alda Merini siano โ€œdoniโ€ della loro malattia non solo capiscono poco di arte, ma disprezzano profondamente la dignitร  umana dei โ€œmattiโ€.


๐—”๐˜€๐˜€๐—ผ๐—บ๐—ถ๐—ด๐—น๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ผ, ๐˜€๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ฒ๐—ป๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ผ, ๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐˜€๐˜‚๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ (๐—ผ๐—ด๐—ด๐—ถ ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ผ ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐˜€๐—ฒ) che un tempo invitavano i malati a offrire le loro sofferenze al Signore e ringraziarlo per il dono che avevano ricevuto con la malattia. Il Signore va sempre ringraziato ma guai a chi non ha mai il coraggio anche di bisticciarci, perchรฉ solo in quel momento potrร  dire โ€œ๐˜๐˜ฐ ๐˜ต๐˜ช ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ฆ๐˜ท๐˜ฐ ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฆ, ๐˜ฎ๐˜ข ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ข ๐˜ช ๐˜ฎ๐˜ช๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ฐ๐˜ค๐˜ค๐˜ฉ๐˜ช ๐˜ต๐˜ช ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐโ€ (Giobbe 42, 5).

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